Le aree interne

Qualità della vita e sviluppo socio-economico sono gli obiettivi imprescindibili della “Strategia Nazionale delle Aree Interne” cui ha aderito il Molise investendo in 72 Comuni di 4 delle parti più caratterizzanti il suo territorio.

Un elemento essenziale dell’Accordo di Partenariato tra Italia e Unione Europea sull’utilizzo dei Fondi SIE, adottato dalla Commissione il 29 ottobre 2014, è rappresentato dall'“Approccio integrato allo sviluppo territoriale”. Un modello che ha posto le basi della “Strategia nazionale per le Aree Interne”, un percorso di crescita che crei lavoro e favorisca l’inclusione sociale riducendo lo spopolamento di queste aree vitali del Paese, distribuite su più di 4.000 Comuni ed oltre la metà del territorio nazionale, dove vive un quarto della popolazione italiana. Tra questi anche i 72 Comuni rientranti nelle 4 Aree Interne selezionate dalla Regione Molise quali destinatarie di interventi del POR 2014-2020: Matese, Fortore, Alto Medio Sannio e Mainarde.
Con “interne” si intendono quelle aree significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali come l'istruzione, la salute e la mobilità, che sono tuttavia caratterizzate da ingenti risorse ambientali e culturali e fortemente diversificate a seguito di secolari processi di antropizzazione. Sono aree oggi esposte a particolari fragilità, di norma  geograficamente collocate all’interno del territorio, che hanno subito nel tempo un processo di marginalizzazione e declino demografico, le cui grandi potenzialità, in termini di ricchezza naturale, paesaggistica, culturale e di “saper fare” vanno valorizzate attraverso politiche integrate di sviluppo economico e adeguamento dei servizi alle comunità.
Questa strategia, che pone dunque al centro la qualità della vita delle persone, è stata avviata a livello nazionale utilizzando come occasione e leva, finanziaria e di metodo, la programmazione dei Fondi comunitari disponibili per tutte le regioni del Paese per il settennio 2014-2020, combinati con la previsione di risorse dedicate in legge di stabilità. E’un lavoro paziente in corso grazie alla collaborazione stretta con le Regioni e il proficuo confronto con i Comuni e le Province, consapevoli che a una strategia nazionale deve concorrere il protagonismo di comunità locali, aperte e innovative.
Inserita come parte integrante nel Piano Nazionale di Riforma (PNR) al quale concorrono i diversi Fondi SIE, secondo un approccio proprio a ciascun Fondo, la Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI) si articola in progetti di sviluppo locale, integrati da un intervento nazionale volto ad assicurare alle comunità coinvolte un miglioramento dei servizi essenziali di istruzione, salute e mobilità. Un progetto ambizioso di politica placebased che ha sviluppato nuove modalità di governance locale multilivello cui la Regione Molise ha aderito individuando le 4 aree sopra indicate nelle quali vivono 91mila abitanti, poco meno di un terzo dell’intera popolazione regionale.

Area 1 - Matese
Il massiccio del Matese occupa una vasta area tra Molise e Campania, costituendone l’elemento di forte unità paesaggistica, ambientale e, soprattutto, storica, nel quale sono presenti numerosi centri storici che conservano e restituiscono ancora evidenti i caratteri originali delle dinamiche di formazione territoriale. L’area è composta da 14 Comuni, tutti rientranti nella categoria “aree interne”, con una popolazione totale di poco superiore alle 20mila unità (Bojano è il centro principale, con 7.946 abitanti) ed è caratterizzata dalla presenza dell’area archeologica di Altilia, che rappresenta uno dei principali attrattori culturali dell’intero territorio regionale e del sud Italia.
Il territorio matesino è caratterizzato da un accentuato isolamento territoriale che rende difficile la fruizione dei servizi essenziali da parte dei cittadini, come l’assistenza sanitaria pubblica, tenendo conto dell’assenza di una continuità assistenziale capillare sul territorio e che costituisce un freno per le sue opportunità di sviluppo. In assenza di un’offerta intermodale di scambio e spostamento che incroci efficacemente i bisogni dei cittadini, la mobilità dell’area fa largo riferimento al mezzo privato, per questo la Regione Molise si è fatta promotrice di alcuni progetti in via di realizzazione volti ad aumentare l’accessibilità dell’area con il trasporto pubblico, tra i quali: la linea di trasporto rapido su rotaia denominata “Metropolitana leggera” e la revisione del “Piano di Servizi minimi” al fine di migliorare il Trasporto Pubblico Locale.
Occorre dunque intervenire prioritariamente sul potenziamento e l’innovazione della rete infrastrutturale dell’area col duplice obiettivo di migliorare ed integrare i servizi offerti ai cittadini, ma anche di valorizzarne il potenziale attrattivo e turistico. Il Matese è una “terra di cammino” dotata di un patrimonio sentieristico-ambientale ricco di valenze diversificate, a partire dal Tratturo sino agli itinerari che conducono alle vette del massiccio (Mutria, La Gallinola, Miletto), toccando lungo il percorso punti di attrazione turistica come Terravecchia (Altilia), Civita Superiore di Bojano e l’Oasi WWF di Guardiaregia-Campochiaro. Un patrimonio da valorizzare con interventi di manutenzione, segnalazione e tracciatura sul posto e di potenziamento dell’offerta di mobilità alternativa (ciclovie), che esalti la naturalità e migliori l’accessibilità dei luoghi in un’ottica di mobilità lenta sostenibile che possa essere promossa come leva attrattiva di un turismo esperienziale che consenta di vivere e apprezzare paesaggi e contesti di grande valore.
L’immagine centrale della vision della strategia è quella di un Matese territorio creativo e innovativo, capace di generare nuove imprese e nuovi lavori grazie ad un aumento della consapevolezza sulle risorse endogene da parte delle comunità locali. Per far ciò bisogna perseguire l’obiettivo di un Matese dove i residenti tornino a lavorare secondo “antichi indotti” legati alle vocazioni agro-silvo-pastorali, rimodellando così il territorio, avendone cura e valorizzandone le peculiarità.

Area 2 - Fortore
Dislocata idealmente lungo il percorso del fiume omonimo al confine meridionale del territorio regionale l’area interna del Fortore conta poco più di 21mila abitanti distribuiti in 12 Comuni di cui Riccia e Cercemaggiore sono i più grandi. Caratterizzata da un significativo calo demografico e da indici di vecchiaia molto elevati, si tratta di un’area la cui economia, le tradizioni e la cultura sono permeate della presenza del tratturo Castel di Sangro - Lucera. Con caratteristiche naturali ben conservate, alternate con aree agricole, l'area ha elevate qualità paesaggistico-ambientali, impreziosite dalla presenza dell’invaso artificiale del Lago di Occhito.
Garantire i livelli di assistenza di base è l’obiettivo cardine che viene richiesto dal territorio del Fortore.  Ancor più di quella matesina l’area è infatti caratterizzata da un forte isolamento territoriale e da una conseguente assenza di continuità assistenziale che rende difficile assicurare in maniera capillare l’assistenza sanitaria pubblica a tutti i suoi cittadini.
Il Progetto di sviluppo che guida la realizzazione della Strategia nell’area del Fortore prevede che ciascuna parte di territorio, secondo la propria vocazione, possa sviluppare una propria specializzazione funzionale che consentirà di rafforzare l’identità complessiva dell’area e la sua fruizione unitaria da parte dei cittadini che la vivono. Con la strategia ad essa dedicata si è inteso porre le basi per uno sviluppo di azioni per la “Silver Economy”, ovvero un’economia dedicata agli anziani con un’attenzione specifica all’invecchiamento sano e attivo della popolazione come policy per un welfare sostenibile. Il processo di invecchiamento della popolazione è infatti un dato reale che incide su tutti i settori produttivi - non solo quelli legati alla salute - influenzando i relativi mercati: dagli alloggi ai trasporti, dall’industria alimentare a quella del tempo libero.

Area 3 - Alto Medio Sannio
La più vasta e popolosa delle 4 aree interne selezionate dalla Regione Molise, geograficamente posizionata nella parte più settentrionale del territorio regionale, comprende ben 33 Comuni in cui vivono quasi 36mila persone. Con un’importante eredità storica quest'area è considerata culla delle genti Sannite fin dal primo millennio avanti Cristo, quando la coalizione marso-sannita creòla prima entità politica che assunse il nome di “Italia”. Gli italico-Sanniti, fra le altre cose, furono i primi a praticare il modello di pastorizia su vasta scala che diede origine alla cosiddetta “Civiltà della Transumanza” che attraversò i secoli per giungere sino alla prima metà del Novecento. E’stato questo il sistema economico di riferimento dell’Appennino che ha sfruttato al meglio, per oltre duemila anni, le immense risorse naturali del territorio montano in rapporto osmotico con le fondovalli, la costa adriatica e la grande pianura pugliese. Un modello di civiltà e di sviluppo il quale, sino a che è durato, ha permesso il sostentamento delle popolazioni e la nascita di ricchi centri urbani come Trivento, Agnone e Frosolone. Protagonista dell’Area sono le piste tratturali, le più importanti dell’interaCiviltà della Transumanza. E’stata proprio la messa in crisi di questo modello, a partire dal 1806 e con le successive riforme agrarie dello stato unitario, a cambiare non solo il destino dell’Alto Medio Sannio ma di tutto l’Appennino centromeridionale il quale, ancor oggi, non ha trovato valide alternative per la creazione di ricchezza endogena, sviluppo locale, opportunità occupazionali e, dunque, per l’arresto della decrescita demografica allora innescata. L’area, a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, ha iniziato a soffrire di un profondo processo di spopolamento che ha raggiunto l’allarmante soglia del 35,9% in quarant’anni (1971-2011).  Una decrescita aggravata dal processo “selettivo”ovvero dalla quota di giovani che emigra per studio e che, al conseguimento del titolo di studio, non rientra nelle proprie comunità. Un fenomeno che contribuisce all’invecchiamento della popolazione residente che, associato alla ridotta densità, determina un impatto negativo, per quantità e qualità, sull’erogazione dei servizi di base (sanità, istruzione e mobilità) penalizzando significativamente le prospettive di sviluppo locale che la strategia per quest’area mira a rilanciare.
Una testimonianza diretta in tal senso è quella offertaci dalla viva voce del sindaco di Agnone, dott. Daniele Saia, che ci ha rilasciato  una videointervista disponibile nella sezione "I nostri Ambasciatori" che segue questo approfondimento.

Area 4 - Mainarde
Con una porzione di territorio localizzata tra le montagne del Matese e l’Alta valle del Volturno, molto suggestiva sul piano paesaggistico ed unica sotto il profilo naturalistico, quest’area, che rappresenta l’accesso al Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise, con 13mila abitanti distribuiti in 13 Comuni, è la più piccola delle quattro. Lo spopolamento sempre più significativo che riguarda tutti i Comuni, colpisce in particolare le fasce più basse di età condizionando  negativamente ogni prospettiva di rilancio economico dell’area.
Famiglie sempre più giovani abbandonano l’area a vantaggio dei centri più grandi capaci di offrire servizi migliori, rendendo largamente  inespresse le potenzialità dell’area, legate alla valorizzazione delle risorse paesaggistiche e naturalistiche di elevato valore che la caratterizzano, ma anche delle coltivazioni autoctone e dell’imponente patrimonio boschivo.
Anche per i temi legati alla strategia di sviluppo di quest’area un’autorevole testimonianza è offerta dalle parole della Sindaca di di Castel San Vincenzo, comune capofila, la dott.ssa Marisa Margiotta, intervistata nella sezione "I nostri Ambasciatori" che segue questo approfondimento.

 

 

 

 

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