“Io lavoro agile”: Lo smart working nelle PMI molisane

Un posto speciale nell’album dei ricordi di questo periodo di stravolgimento sociale spetterà di diritto al confinamento domestico cui gran parte dei cittadini sono stati obbligati dai provvedimenti presi dal Governo nei primi giorni di marzo per prevenire la diffusione del contagio dal temibile virus Covid-19.
Le abitazioni sono divenute così il centro assoluto dell’esistenza, il luogo dove esercitare le uniche relazioni sociali possibili in tempo di quarantena sanitaria, quelle virtuali.

La possibilità crescente di accesso alla Rete (49, 5 milioni di italiani, l’82% della popolazione, usa Internet abitualmente anche da casa via smartphone o computer) ha abbattuto le nostre mura domestiche e non è più insolito girare per il soggiorno ed imbattersi in una riunione di lavoro o entrare nella cameretta dei figli nel pieno di un’interrogazione di geografia.

Lo smart working è una modalità di lavoro “agile” ideale, per molte tipologie di attività, pensata per conciliare le esigenze famigliari con quelle professionali, migliorando al tempo stesso qualità della vita delle persone e dell’ambiente che ci circonda. Ma ha incontrato difficoltà ad essere adottata dalle imprese, complice una rigida normativa ed una scarsa
propensione all’innovazione organizzativa.
Fino all’avvento del Covid-19.

Nessuno avrebbe potuto certo immaginare, né auspicare un’emergenza di queste dimensioni. Ma sul piano della diffusione del lavoro agile nel nostro Paese, l’epidemia da coronavirus ha avuto un effetto deflagrante facendo registrare una crescita esponenziale nell’utilizzo di piattaforme di video-chiamate e virtual conference.

Tutti i big del settore (come Zoom, Google, Facebook, GoToMeeting, Cisco e altri) segnalano un incremento degli utenti delle rispettive soluzioni nell’ordine del 70% rispetto al periodo pre-epidemia.
Di fatto lo smart working rappresenta sinora - dove concretamente applicabile - il miglior compromesso esistente tra le opposte esigenze di salvaguardia della salute e continuità lavorativa.
Non è un caso, quindi, che a livello nazionale il DPCM del 4 marzo 2020, uno dei primi interventi contenente misure riguardanti il contrasto e il contenimento sull'intero territorio nazionale del diffondersi del Coronavirus, abbia riguardato il lavoro agile, rimuovendo con una norma ad hoc, uno degli ostacoli che ne ha impedito la diffusione. L’articolo 1 lettera n) del Decreto dispone infatti che “…la modalità di lavoro agile disciplinata dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, può essere applicata, per la durata dello stato di
emergenza di cui alla deliberazione del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate
disposizioni, anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti; gli obblighi di informativa di cui all’articolo 22 della legge 22 maggio 2017, n. 81, sono assolti in via telematica…”.

Convinta del cambiamento positivo che lo strumento del lavoro agile favorisce nelle imprese, specie in quelle minori o con maggior difficoltà ad assicurare la continuità aziendale, l’Autorità di Gestione del POR Molise è intervenuta, ancora prima dell’adozione del Piano integrato descritto in apertura, per incentivare la diffusione dello smart working femminile
nelle PMI regionali.

Con apposito Avviso, a valere sulle risorse previste dall’Azione 6.3.2 del POR - FSE - Obiettivo 6.3 del PO “Aumentare l’occupazione femminile”, la Regione Molise mira quindi a
promuovere l’adozione da parte delle imprese locali di un modello organizzativo che consente l’alleggerimento dei vincoli connessi con la localizzazione della prestazione lavorativa ed una maggiore flessibilità dei tempi di lavoro, contribuendo ad incrementare la produttività e il benessere di lavoratori e lavoratrici. L’avviso finanzia i servizi di consulenza e formazione finalizzati all’adozione di un piano di smart working con relativo accordo aziendale o regolamento aziendale e l’acquisto di “strumenti tecnologici” per la sua attuazione. I destinatari degli interventi sono le donne dipendenti, assunte con contratto di lavoro di diritto a tempo determinato o indeterminato (full o part time) e con contratto di
apprendistato.

L'Avviso, pubblicato sul BURM n.24 del 1 aprile 2020, approvato con Determinazione del Direttore del I Dipartimento n.39 del 1 aprile 2020, con una dotazione complessiva di 461.179,04 Euro, ha riscontrato un grande successo intercettando, com’era auspicabile attendersi, un’esigenza che l’emergenza sanitaria ha reso prioritaria nelle imprese molisane.
Pur essendo possibile presentare le domande di agevolazione sino al prossimo 30 settembre la procedura valutativa "a sportello” scelta dalla Regione per accelerare l’erogazione delle risorse dell’Avviso alle imprese ha comportato una chiusura anticipata dei termini di candidatura per esaurimento della dotazione finanziaria. In soli 2 giorni sulla piattaforma regionale MoSEM sono state caricate ben 43 istanze, di cui una ritirata, per un valore complessivo di contributi richiesti superiore alla disponibilità finanziaria dell’Avviso. Si è pertanto proceduto, già l’11 aprile scorso, alla chiusura dello sportello (con riserva di riapertura qualora si rinvenissero economie) e alla nomina della Commissione per la verifica delle istanze.
Il 28 aprile la Commissione ha completato l’esame delle domande che sono state suddivise, in base all’esito della valutazione, effettuata con i criteri di merito stabiliti dall’Avviso ed all’ordine cronologico di presentazione.
L’iniziativa, considerata di natura sperimentale e riproposta anche nell’ambito del Piano regionale Covid-19, ha rappresentato uno dei primi interventi di questo tipo a livello regionale e per questo oggetto di attenzione da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che lo ha menzionato sul portale cliclavoro tra le news nazionali.

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